ALIK CAVALIERE L’universo verde


L’universo verde” dello scultore Alik Cavaliere viene esplorato dal regista Nino Cannatà con una poetica sperimentale, dietro le quinte dell’omonima mostra a cura di Elena Pontiggia che il Comune di Milano ha realizzato a Palazzo Reale per celebrare il ventennale della scomparsa dell’artista.
Un film documentario che affonda le radici fino in Calabria nel paese di origine del padre Alberto Cavaliere, poeta, giornalista e parlamentare a cui Alik nel 1974 dedica un monumento immerso nella rigogliosa natura della Villa Comunale “C. Ruggiero” a Cittanova (RC).


Le riprese, eseguite a Milano da giugno a settembre 2018, in occasione del ventennale della scomparsa di Alik Cavaliere (Roma 1926 – Milano 1998), artista fra i maggiori della scultura italiana del secondo Novecento, sono state realizzate in sei diversi spazi che hanno ospitato l’importante antologica a cura di Elena Pontiggia. Tra le prestigiose sedi espositive, la sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano, il Museo del NovecentoGallerie d’ItaliaPalazzo LittaUniversità Bocconi e Centro Artistico Alik Cavaliere.


La storica mostra, promossa dal Comune di Milano e Palazzo Reale, è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio Alik Cavaliere. Il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale con testi della curatrice Elena Pontiggia e di Francesco Tedeschi, Angela Vettese, Francesca Porreca, Davile Polesel, con una poesia su Cavaliere di Miklos Varga e una testimonianza della figlia Fania Cavaliere.

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Il Manifesto del film

Prima presentazione

Citazioni

Il momento in cui viviamo è straordinario, ricchissimo culturalmente. Il “grande” gesto che occorre fare, secondo me, per sentirsi parte del processo è quello di riappropriarsi come singoli della propria mente… .  I singoli individui riconquistino la dignità di pensare in proprio – non per delega ad altri, amici, gruppi, consanguinei o sofisticati moderni strumenti di informazione ed elaborazione. La riappropriazione della propria mente, la conquista della capacità di guardarsi intorno da soli per 360 gradi, senza paure, panico, pur nell’incapacità iniziale delle scelte, costituisce una traumatica benefica operazione “rivoluzionaria”. Ci accorgeremo finalmente dei tanti, … che possano rendere il proprio progetto individuale ricchezza collettiva; solo allora potremo avventurarci in progetti collettivi corali, divenuti possibili. D’altronde il processo mi pare sia pure in embrione già iniziato.

Alik Cavaliere

Una natura in cui “vissero i fiori e le erbe”, dove “nessun ostacolo porrà un limite”, nella quale “il tempo muta la natura delle cose”, dove “florida fulserunt viridanti prata colore”, dove “ogni cosa è limite e libertà di un’altra” ecc. (sono titoli di opere che ho esposte in Biennale), una natura di tal genere è il personaggio dominante del mio recente lavoro. Sottolineo la parola personaggio perché desidero, con un’immagine compiuta, attraverso un tentativo di dialogo e racconto, risalire ad una visione più vasta e totale. Il senso umano di tale aspirazione, lo si può trovare nel legame che le quattordici singole sculture esposte a Venezia hanno fra di loro, fino a formare un unico complesso, un’opera sola in sviluppo e divenire. 

Alik Cavaliere
(in G. Dorfles, Intervista con i pittori, “Marcatrè”, n.8-10, luglio-settembre 1964)

Nessun artista, nella scultura del Novecento, ha scolpito il mondo della vegetazione e, per essere più precisi, l’universo verde delle foglie, dei frutti, dei cespugli, degli arbusti, degli alberi, come Alik Cavaliere. 

Elena Pontiggia

Alik aveva capito che il rapporto con il mondo della natura era decisivo per il futuro dell’umanità, perchè l’uomo avrebbe visto più chiaramente sè stesso quando avesse più chiaramente inteso la solidarietà che lo lega al mondo. 

Domenico Piraina

È un film che appassiona, che tiene con il fiato sospeso, che sorprende, che affascina e coinvolge anche perché accompagnato dalla musica, straordinaria e originale, del maestro Andreoni e in molte parti dalla voce meravigliosa della soprano Maria Elena Romanazzi. La musica detta il tempo all’avventura filmica e all’opera di costruzione della mostra, fondendo il lavoro dello scultore e quello del regista in una sola grande opera, interpretando attraverso un arrangiamento formidabile gesti, parole e fotogrammi.È un documentario girato con cura e con estrema attenzione montato. Il regista è stato capace di raccogliere le immagini senza contaminare in alcun modo lo spazio dell’allestimento (un occhio da antropologo, da naturalista, oserei dire), ma anche di attribuire senso, dare prospettiva, riconoscere i momenti focali di quell’avventura e trarne un resoconto in ogni suo aspetto vivido ed essenziale. Vi si analizza e approfondisce l’opera del maestro Cavaliere, che per tanti anni ha insegnato all’Accademia di Brera, in modo tale da aprire un’interessante finestra sulle tecniche di realizzazione delle opere dell’Artista, sull’uso da parte di Cavaliere di materiali e procedimenti complessi e differenti, così da rendere visibili molti aspetti di quanto è segreto, nascosto nelle pieghe del fare artistico di un grande scultore. 

Fania Cavaliere

Restauro del Monumento in memoria di Alberto Cavaliere

Villa Comunale “C. Ruggiero” Cittanova – RC

“Raccontare mi è sempre piaciuto. Raccontare per allusioni, per sottintesi, per metafore, usando più strumenti e più possibilità di interpretazione è una cosa che mi ha sempre affascinato, anche per il rispetto di chi guarda, che non deve essere posto davanti all’assoluto, al chiuso, al perfetto, ma a qualche cosa che lo coinvolga, lo stimoli, e se trova l’errore tanto meglio, perché è un punto da cui ripartire”.

Alik Cavaliere


ALIK CAVALIERE – Natura Naturans” intende riportare l’attenzione su una preziosa opera, unica nel suo genere, presente all’interno della Villa comunale “C. Ruggiero”. Un momento di particolare consapevolezza e senso di appartenenza per la cittadinanza verso il monumento e allo stesso tempo un doveroso tributo al genio dei Cavaliere, nella profonda convinzione che la tutela della nostra memoria storica, artistica e culturale sia l’unico viatico possibile per la rinascita di un Paese migliore.

Nel 400° Anniversario della nascita di Cittanova e in occasione del ventennale della scomparsa di Alik Cavaliere è stato restituito al pubblico, domenica 5 Agosto ore 18:30 presso la Villa Comunale “C. Ruggero” di Cittanova, il Monumento restaurato in memoria di Alberto Cavaliere (Cittanova 1897 – Milano 1967).

Si tratta di una preziosa opera scultorea realizzata nel 1973 su commissione dell’allora sindaco Arturo Zito de Leonardis e che Alik Cavaliere (Roma 1926 – Milano 1998), dedicò alla memoria del padre, il cittanovese Alberto Cavaliere, giornalista, scrittore e poeta della “Chimica in versi”. Negli oltre 40 anni di attività, il suo originale modo di fare arte l’ha consacrato come uno dei maggiori esponenti della scultura italiana del Novecento.

La valorizzazione dell’opera e della memoria dei Cavaliere, intende porsi inoltre in ideale collegamento con l’importante mostra che dallo scorso giugno la città di Milano gli dedica (aperta fino al prossimo settembre 2018). Mostra dal titolo “l’Universo verde”, a cura di Elena Pontiggia e voluta dal direttore dei Musei milanesi Domenico Piraina (calabrese di origine), diffusa in diverse sedi prestigiose come la sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, il Museo del Novecento, Gallerie D’Italia, Palazzo Litta, Università Bocconi e Centro Artistico Alik Cavaliere.

Il progetto di recupero, promosso dall’associazione culturale LYRIKS in collaborazione con il Centro artistico Alik Cavaliere, l’Archivio Cavaliere di Milano e il FAI, delegazione della Locride e della Piana, con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera (di cui Alik Cavaliere ne è stato direttore) e con il patrocinio e il sostegno della Presidenza del Consiglio regionale della Calabria e del Comune di Cittanova è ospitato nel suggestivo “Salotto verde”, presso la Villa Comunale “Carlo Ruggiero” di Cittanova -Monumento Nazionale d’interesse storico naturalistico-.

La pregevole opera in bronzo, pietra e acciaio, unica nel suo genere e meritevole di tutela e valorizzazione, è stata restaurata con la speciale disponibilità di Nuccio Schepis, già impegnato nel delicato restauro dei Bronzi di Riace e da Franco Cimino, maestro fonditore e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Progetto ideato e curato da Nino Cannatà e con la supervisione del Centro Artistico Alik Cavaliere che ne custodisce l’opera e i segreti dell’originale fusione in bronzo.

Con l’illustre partecipazione di Nicola Irto, Presidente del Consiglio regionale della Calabria e di Francesco Cosentino, Sindaco di Cittanova, la presentazione dell’evento è diretta in via del tutto eccezionale da Piero Muscari, giornalista La7 TV ed editore del Progetto Eccellenze Italiane.

Tra gli attesi ospiti interverranno: Fania Cavaliere, presidente del Centro artistico Alik Cavaliere nonché figlia dello scultore e della cittanovese Adriana Cavaliere; Domenico Piraina, direttore del Palazzo Reale di Milano; Nuccio Schepis, artista e restauratore; Franco Cimino, maestro fonditore; Titty Curinga, FAI delegazione della Locride e della Piana; Giuseppe Luccisano, associazione Libera NOVI ALBORI e Nino Cannatà regista scenografo.

Ad impreziosire la manifestazione di restituzione al pubblico dell’opera restaurata, l’attrice e cantante Valentina Gullace che leggerà le poesie di Alberto Cavaliere presenti sulle stele del monumento.

“La scultura di oggi è uno dei mezzi espressivi e artistici più completi e appassionanti. Poter creare immagini nello spazio, farle muovere e mutare (persino farle diventare spettacolo nel senso più ampio della parola) e nel tempo stesso poterle improvvisamente congelare nella ieraticità del movimento. Distruggere e ironizzare attraverso questo continuo, mutevole “spettacolo scultura” i nostri miti e nel tempo stesso ricrearli o crearne altri, da distruggere e ricreare immediatamente dopo. Usare il colore fuso alla forma, al punto da non avere più confini fra pittura e scultura e rendere questo colore fluido attraverso la luce e lo spazio fisico occupato o conquistato. E perché non accennare al racconto, un racconto anch’esso multiplo, illustrato, scritto, gridato che diviene al tempo stesso poetica; poter aggiungere nella libertà degli strumenti usati, nella libertà di pensiero, nel rigore contemporaneo della scelta operata, mezzi e interessi tradizionalmente estranei alla scultura (quali, ad esempio, la parola e il suono, in un senso interno ed esterno all’opera medesima) e grazie a tutti questi apporti profondamente nuovi restare nella grande tradizione della scultura…”

Alik Cavaliere

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