SUONI IN ASPROMONTE

I “Suoni” in Aspromonte sono preziosi portatori di una forte identità culturale. Si ascoltano, vividi e musicalissimi, dagli strumenti tradizionali, i canti, le danze, i riti, di anziani pastori e contadini, di remote comunità custodi di antichi saperi. Ma in questi ultimi anni molta della ricchezza culturale legata al territorio rischia di andare perduta, perché l’ultima generazione di una tradizione orale fin qui compatta si sta spegnendo, e molto si sta trasformando con l’arrivo inesorabile della modernità. L’arte popolare del fare musica rischia di non essere più patrimonio riconosciuto della cultura calabrese, o peggio, finire nel silenzio di un vero e proprio oblio culturale.

Nino Cannatà

Suoni in Aspromonte”, è risultato di un’intensa ricerca sul campo, condotta dal regista Nino Cannatà e dal musicista polistrumentista Mimmo Morello, per documentare le realtà musicali della tradizione calabrese in Aspromonte.
Il progetto intende contribuire alla salvaguardia e alla promozione del Patrimonio CulturaleMateriale e Immateriale ed alla valorizzazione delle risorse, bellezze e tradizioni, stimolando inoltre nelle nuove generazioni il desiderio di riscoprire le origini e il valore sociale della propria cultura, quale prezioso contributo dell’identità europea.

Il titolo “Suoni in Aspromonte” fa riferimento al termine locale per indicare la musica e il ballo definito “u sonu” (il suono) e, per estensione, anche alle altre forme di vita comune permeate di musicalità. Vi è inoltre un richiamo all’opera e alla lezione di Corrado Alvaro con il suo celebre racconto “Gente in Aspromonte”.

Seguendo gli echi di quei suoni arcaici legati alla sapienza artigianale dei costruttori e suonatori di strumenti, nei “sentieri” sonori tracciati sul territorio da molteplici declinazioni locali. La ricerca ha da subito assunto il carattere di una vera e propria campagna di registrazione, vicina nel metodo all’indagine etno-musicologica, sulle orme di quanti hanno studiato in passato le forme popolari della musica tradizionale. La forte motivazione artistica ha risposto di necessità al suono di un mondo, ricchissimo, a rischio di estinzione. La presenza accanto alla telecamera di un suonatore giovane e competente ha rappresentato un formidabile strumento di accesso e di dialogo in quelle realtà custodi del sapere tradizionale, spesso così isolate, instaurando via via quella complicità con i “luoghi” che solo la musica, con la sua universalità, è in grado di generare. Ci ha permesso di penetrare il tessuto di un quotidiano raro e semplice insieme, fatto di gesti tramandati, retaggio di una saggezza empirica, scaturita dal tempo.

Le riprese audio-video digitali sono state realizzate con una mini-troupe, che a bassi costi di produzione e alto grado di agilità, si è mossa nel meraviglioso paesaggio, dalle marine alle vette dell’Aspromonte, registrando momenti unici ed emozionanti, come i suoni irripetibili degli strumenti effimeri, o le sonate improvvisate accanto ai fuochi accesi di notte. La consapevolezza del mezzo cinematografico cattura così il ritmo della vita nelle sue manifestazioni più essenziali, in quel cinema dell’istante, giocato sul confine tra artigianalità ed espressività autentica di un popolo. Là dove il paesaggio è inscritto nei gesti dei protagonisti e la poetica del territorio scandita dalle usanze che odorano di sacro.

Il film “Suoni in Aspromonte” intende contribuire alla salvaguardia di questo patrimonio “immateriale”, documentandone la ricchezza e il fascino, e stimolando nelle nuove generazioni il desiderio di riscoprire le origini della propria cultura e il dovere di conservarla e valorizzarla. Molti giovani si stanno riavvicinando alla musica tradizionale, mentre gli ultimi detentori di quest’arte stanno scomparendo nell’indifferenza di gran parte della società calabrese, a favore di nuove formazioni etno-pop.  Il lavoro si muove nella prospettiva fondata dall’opera di importanti studiosi come Raffaele e Luigi M. Lombardi Satriani, Roberto Leydi, Alan Lomax, Diego Carpitella, Roberta Tucci, Antonello Ricci, ecc. con l’auspicio della costituzione di un archivio unico in Calabria per la catalogazione e la documentazione di tutte le espressioni della musica tradizionale, da sottoporre all’attenzione e alla salvaguardia dell’Unesco.

“… il figlio di Giove balza dalla rocca paterna giù sulla terra. Lì si toglie il copricapo e depone le ali, solo la verga conserva, e con questa, come un pastore, spinge per campagne fuori mano caprette rubate passando e sulle canne intona una canzone. Argo, il custode di Giunone, affascinato da quei suoni insoliti: «Chiunque tu sia,» dice, «potresti sedere con me su questa roccia: in nessun altro luogo c’è per le tue bestie più abbondanza d’erbe e, come vedi, anche l’ombra ideale per un pastore». Il nipote di Atlante si siede e, chiacchierando continuamente, lo intrattiene lungo il giorno e, suonando canzoni sulla zampogna, cerca di assopire quegli occhi sempre all’erta”.
(Ovidio, Metamorfosi, libro 8 )

Anticipiamo alcuni commenti che accompagneranno l’edizione finale del progetto:

Mi sembra, [un film] rivoluzionario, perché tira fuori una realtà che non era mai stata tirata fuori, sottolineata (a parte i miei documentari degli anni 50); invece si sente che ce n’è bisogno, perché è proprio il substrato della nostra cultura: questo Aspromonte che si vede, è come un fossile che viene alla luce e ci racconta la vita com’era, che non è una vita arretrata, rozza, incolta, ignorante, superstiziosa, era una vita completa che ci è stata tolta, che è stata sopraffatta, con brutalità, senza una necessità precisa, se non quella di celebrare questo Regno d’Italia.

Vittorio De Seta
(estratto da un’intervista)

Suoni in Aspromonte è un documentario che conduce – in modo rigoroso e al tempo stesso poetico – dentro il mondo complesso e articolato dei musicisti popolari dell’Aspromonte, mostrando pratiche musicali e contesti culturali che hanno mantenuto nella contemporaneità l’armonia con la terra, il senso etico del vivere insieme, la gioia della creatività.

Antonello Ricci e Roberta Tucci
(Università La Sapienza, Roma)

Promette di essere un bellissimo documentario. La fotografia è raffinata ed inusuale, e naturalmente la musica e la polifonia calabrese non hanno eguali. 

Anna Lomax Wood
(Presidente Association for Cultural Equity, NY, U.S.A.)

Come avviene tante volte, in queste immagini che ho visto, la partenza è il suono, e poi si attiva il gesto. Un ritmo quasi sempre oscillante che sembra apparentemente iterativo. E’ un iter che ha senz’altro un andamento circolare, a spirale, in modo che ogni cerchio non è mai uguale a quello precedente. La musica non è intesa come esibizione, è intesa come un linguaggio che tende a scivolare in una dimensione in cui sono presenti i vecchi elementi dell’essere posseduti, della coralità che si identifica proprio nella confluenza di tutti gli elementi in un’unico elemento che è quella corrente dionisiaca che rende la musica e il canto un momento celebrativo.Sono stato in Aspromonte e i linguaggi mi sembravano talmente complessi e lontani dalla tradizione in Campania che dissi: ci vorrebbe qualcuno che si dedicasse a riscoprire questo mondo, che mi sembrava quasi chiuso in una conchiglia, che risuona al di fuori del tempo.

Roberto De Simone
(estratto da un’intervista)

Un primo trailer promozionale del film, è stato presentato al festival Rumori Mediterranei – Roccella Jazz  Sezione Jamming Around Before And Round Midnigth (13 Agosto 2011) ricevendo il Premio Sergio Pinchera 2011.

Presente in catalogo presso il Convegno-Rassegna Materiali Antropologia Visiva – MAV, Roma 15 Novembre 2012 (storico appuntamento biennale di antropologia visiva ideato da Diego Carpitella nel 1985, organizzato da Università di Roma “La Sapienza”, Laboratorio di Antropologia Visiva e Analisi del Suono “Diego Carpitella”, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, Archivio di Antropologia Visiva del MNATP)

FESTIVAL

Luglio/Ottobre 2021

direzione artistica
Nino Cannatà e Mimmo Morello

Nell’anno dell’importante riconoscimento che ha introdotto ufficialmente il nostro Parco Nazionale dell’Aspromonte nella rete dell’UNESCO Global Geoparks, abbiamo ideato una serie di Trekking-Concerto per riscoprire l’incantevole montagna calabrese, con i piedi nel mare al centro del Mediterraneo. 

Un FESTIVAL per connettere luoghi, suoni ed esperienze attraverso la promozione di attività eco-sostenibili con i musicisti della tradizione in sinergia con le guide escursionistiche alla scoperta dei Suoni tradizionali e delle bellezze del Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Un Festival ideato e realizzato dal basso, dall’unione e dalla passione di un gruppo di operatori culturali, musicisti, guide escursionistiche, artigiani, pastori, contadini, ristoratori, amici meravigliosi…

Il Festival ospiterà musicisti, suonatori, appassionati e giovani interpreti provenienti dalle regioni italiane e dall’estero (con formazioni esclusivamente in acustica, privilegiando gli strumenti della tradizione come zampogne, doppi flauti, lira calabrese, ecc.) nei luoghi simbolo dei suoni tradizionali, coinvolgendo gli stessi artigiani e costruttori ancora presenti. 

Gli itinerari previsti nelle diverse aree della montagna e centri storici di paesi, borghi incantati e sentieri saranno coordinati da esperte guide escursionistiche come le Guide Ufficiali del Parco Nazionale Aspromonte, diventando occasione favorevole per scoprire da vicino le bellezze della natura e dei luoghi, e stimolare così un nuovo circuito di turismo esperienziale. 

Tra le principali tematiche del Festival vi sarà la sensibilizzazione verso il rispetto delle pratiche ecologiche ed ecosostenibili, coniugando la valorizzazione del patrimonio culturale, musicale, paesaggistico, eno-gastronomico e dell’ospitalità con la ricerca e la promozione delle tematiche legate al rispetto dell’ambiente e alla tutela del territorio.

Altri Progetti

Festival

FESTA DELLA POESIA “Lorenzo Calogero”

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Progetti

LORENZO CALOGERO

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Spettacolo Teatrale

CITTÀ FANTASTICA

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